mercoledì 20 febbraio 2008

Presentazione

Eccomi qui, da oggi inizio a trascrivere il mio ultimo diario di viaggio.
Come volevasi dimostrare anche questa volta non sono riuscita a tenere aggiornato il blog in tempo reale, ma del resto credo che sia molto meglio vivere al cento per cento il tempo a disposizione che fermarsi davanti ad un computer. Spero almeno di avere la costanza di copiare gli appunti scarabocchiati qua e la' sulla mia agenda o in foglietti sparsi.
Nei prossimi post troverete dunque il racconto di un mese speciale trascorso con una persona speciale. Un viaggio con tanti colpi di scena nel Paese dai mille contrasti. Dalla Patagonia verde al deserto di Atacama, dall'oceano ai vulcani, da zero a 4600 metri, quasi cinquemila chilometri di paesaggi differenti contenuti in una striscia di terra larga non più di duecento. Qua si ha l'esatta sensazione di essere "dall'altra parte del mondo"!

domenica 10 febbraio 2008

Origine della parola Cile

L’origine della parola Cile, si perde nella leggenda e nel mito, come la terra stessa, così appartata, così ai confini del mondo. Nella lingua quechua richiama la voce “chili”, ovvero “neve”, oppure “chiri” “freddo”, ad indicare gran parte delle caratteristiche climatiche di questa terra. Sempre in lingua quechua però la voce “chilì” significa “il meglio della terra”. In lingua mapuche raddoppiando la elle vien fuori “chillì” cioè “dove finisce la terra”. Ma i molti attributi a contraddistinguere questa strana terra che s’estende tutta in verticale, come una lunga costola sulla dorsale occidentale dell’America Latina, non finiscono qua. Una leggenda vuole che quando Dio ebbe terminato di creare il mondo, per non disperdere le buone cose che gli erano rimaste: monti, fiumi, laghi, boschi, mare e cieli blu, le disponesse in bell’ordine tutte qui, lungo questo mare australe, per formare il Cile. Non sfugge a questa leggenda l’analogia alla costola d’Adamo con cui Dio creò la donna; essere eclettico dalla bellezza infinita. Si, il Cile può considerarsi come una eclettica, longilinea, bellissima donna; ultima superba creazione di Dio.

tratto dal sito: http://www.igiesse.com/paesi/cile/default.asp

domenica 13 gennaio 2008

Viña del Mar, l'arresto e la serata in questura.

Domenica mattina!
Non facciamo i poltroni, andiamo subito a far colazione e ci prepariamo. Oggi si va a pranzo con Alfredo a Viña del Mar.

L'appuntamento e' a mezzogiorno, pero' scendiamo subito verso il porto per vedere un'altra parte della citta'. Dopo una passeggiatina arriviamo alla piazza principale di Valpo.. ebbene si', plaza Soooootomayor!!
In piazza Sotomayor - come ha detto qualcuno da qualche parte, ma non mi ricordo chi - "si affacciano edifici dichiarati patrimonio storico e si puo' vedere un raro esempio di sincretismo architettonico tra stile antico e moderno". Tra questi edifici c'e' pure il palazzo dei bomberos, ovvero dei pompieri, l'accademia navale (quella bella casetta azzurra) e il monumento ai caduti del mare.

Per questa piazza passano anche tanti autobus di linea, tutti coloratissimi, un piacere per gli occhi.. peccato che se ne freghino abbastanza dei pedoni (effettivamente in mezzo alla piazza c'e' un'isola parcheggio-pedonale ma e' delimitata solo da alcune strisce bianche) e mentre uno di questi cosi allegramente fa manovra a momenti mi investe...
Visto che siamo parecchio in anticipo scendiamo al porticciolo e dopo aver fatto un giro per le interessanti bancarelle (teoricamente sarebbe proibito il commercio ambulante), veniamo distratti da un gran vociare unito da strombazzamenti vari.

Il porto infatti e' un luogo altamente caotico e i marinai del posto sono fuori di testa, manovrano come se stessero a Napoli parcheggiando in triplice fila carpiata...un vero spettacolo! Le barche hanno pure il clacson. Dicono che alla mattina i leoni marini si avvicinino a riva per cercare di scroccare qualche avanzo ai pescatori. Magari domani proviamo ad alzarci presto...
In attesa di Alfredo F. si fa tentare da un churro.. appena lo assapora una espressione estasiata si stampa sul suo viso.. e a me non rimane che assaggiare.. Sicuramente si tratta di un ammasso di migliaia di kilocalorie pero' e' effettivamente uno spettacolo.. praticamente e' una pastella composta da farina, olio, zucchero e sale, leggermente fritta e spolverata con zucchero a velo.

Arriva Alfredo con una sua amica, Edisa, e la bimba di lei, Catalina. Ci dirigiamo immediatamente a Viña del Mar. Il tempo volge al brutto, inizia a piovigginare e fa piuttosto freddo. Una fitta nebbiolina scende sul mare e la gita perde tutto il suo fascino.
In effetti appena giunti in loco mi viene da pensare che non ho poi perso tanto. Vina viene descritta come la piu' bella localita' balneare del sud pacifico, ma a me sembra orribile. Piu' che Forte dei Marmi, a cui viene spesso paragonata, a me sembra la Montecarlo dei poveri.. palazzoni altissimi ammassati in riva all'oceano. Magari con il bel tempo si potra' anche sfruttare la spiaggia.. ma vista cosi' e' di una tristezza immensa.

Ci fermiamo a mangiare in un bel ristorante praticamente sugli scogli. Abbiamo una triplice vista dell'oceano: dalla terrazza superiore, dal balcone a livello tavoli e dai finestroni dietro di noi. Iniziamo con un margarita e poi ci diamo al pesce. Ovviamente buonissimo!
F. rimane affascinato dalla potenza delle onde e rimane imbambolato sul balcone ad osservare l'onda lunga infrangersi lenta e potente sugli scogli.


Al ritorno ci capita un simpatico incidente. All'inizio nulla di grave.. sembrava finita li'..
Parcheggiamo in piazza della vittoria e ci prendiamo un caffe' nel locale di Christian. Purtroppo lui non c'e' e si vede. Chiediamo un caffe' ad un dipendente ma in questa occasione si dimostra ancora una volta come non basti avere macchinari e prodotti eccellenti. Bisogna saperlo fare! Lunghissimo e poco saporito.. glielo faccio rifare dicendogli che conosco il suo capo.. alla seconda supera la prova.. non e' vero che non sapeva come farlo.. non c'aveva voglia.. e pensava che fossimo i soliti turisti che si accontentano di tutto...
Dopo il caffe' e una simpatica chiacchierata con Alfredo ci sentiamo veramente stanchi e ci siamo diretti subito in ostello.
Non appena entrati in camera veniamo a sapere che dopo averci riaccompagnato all'alloggio Alfredo e' stato arrestato da dei poliziotti, accusato falsamente di avere investito una bimba....
Il tutto si spiega con un padre che si spaventa mentre cerca di attraversare la strada con la sua niña, col semaforo rosso e senza strisce pedonali, tira una lattina sul vetro della nostra auto (dove stavo io, col finestrino alzato...fortunatamente) ed il cardiopatico Alfredo "scatta" come una molla, scende dall'auto, inciampa, cade di faccia sul marciapiede, si scrosta le mani, poi risale sull'auto e ce ne andiamo. La macchina non aveva neanche sfiorato la bimba. Lei per lo spavento si mette a piangere e scivola sul manubrio della sua biciclettina facendosi un po' male. Il parentame vario la spinge a piangere sempre di piu'.. in realta' non si e' fatta nulla.. Secondo l'accusa la nostra macchina le e' salita sopra.. ma dal momento che avevamo un suv enorme che neanche a Milano se ne vedono di cosi' grandi (pero' li' e' necessario averlo..) al posto di una bimba il furbone si sarebbe ritrovato una sottiletta..
Quattro ore passate alla polizia per testimoniare.. prima ci hanno detto che dovevamo aspettare martedi per fare una deposizione in tribunale.. ma alla fine hanno preso i nostri nomi e numero di passaporto senza neanche bisogno di una firma...

Stravolti ci facciamo portare a casa.
Niente cena, ..ronf!

sabato 12 gennaio 2008

L'Ascensor Bellavista, il museo a cielo aperto, i cimiteri e un branco di cani rabbiosi

Come avrete ben immaginato dal post precedente la cena non e' stata di quelle leggerissime e, usciti da quel particolarissimo locale, ci rendiamo conto che urge una passeggiatina digestiva.
E perche' non prendere una delle tanti funicolari per scoprire i cerros piu' alti e godersi una vista notturna sul golfo di Valpo?

A pochi passi dal nostro locale, nei pressi di Plaza Victoria, c'e' l'Ascensor Espiritu Santo
che porta al Cerro Bellavista, per questo detto anche Ascensor Bellavista. Praticamente uno scatolotto di legno e lamiera colorata, inaugurato nel lontano 1911, che sembra debba sfasciarsi da un momento all'altro.
In realta’ queste funicolari, pur antiquate, sono notevoli opere d’ingegneria. Il primo ascensor fu inaugurato nel 1883,
l'ultimo fu costruito nel 1932, in totale sono 27 di cui quindici restano ancor oggi in funzione. La loro lunghezza varia dai 43 ai 177 metri. Sono posizionati nei luoghi piu' disparati, incastrati tra gli edifici o in posizioni funamboliche e contribuiscono all’atmosfera bohemien, solare e piuttosto anarchica che rende questa citta’ cosi’ magica.
Anche un tal Ernesto "Che" Guevara nel suo mitico viaggio compiuto agli inizi degli anni cinquanta ci fece un giretto..

Non potendo disporre di un video personale (F. ha provato a filmare ma la videocamera di notte non da' il meglio di se') posto un video trovato su you tube, una ripresa by-day del suddetto trabiccolo, tanto per capire di cosa stiamo parlando..




Arrivati alla “stazione” aspettiamo un paio di minuti prima di poter salire. In una manciata di secondi, scricchiolanti ma suggestivi, arriviamo in cima alla collina. Non dico che da lassu' sembra un'altra citta', pero' la pace che troviamo qui contrasta in modo totale con il sabato sera che sta per prender vita nel plan. Come per magia la confusione e i rumori della citta' bassa spariscono e il baccano del porto e dei ristoranti e' sostituito da una vista spettacolare immersa nel silenzio.
Navigando in rete ho trovato un’osservazione che trovo descriva perfettamente l'atmosfera della situazione:
"È strana la reazione dei viaggiatori in questi gabbiotti di legno. Nessuno continua come se niente fosse, tutti la prendono come una pausa fuori dall’ordinario. Qualcuno tace e tira il fiato, qualcun altro approfitta del microcosmo sospeso per una frase speciale o per un abbraccio. Poi si scende, sono passati trent’anni, fuori c’è un altro Cile."
http://www.iclab.it/manera/cile.html

Guardando verso valle ci rendiamo conto di quanto sarebbe stata per noi impossibile e ripida la salita a piedi dalla citta' bassa, nondimeno ci imbattiamo in due vecchine che, ciabatte e sporte della spesa (gia' perche' alcuni negozi, soprattutto di frutta, in alcune zone sono aperti fino a tardi), passo dopo passo, lentamente ma senza affanno tornano a casa.
Alla faccia dei baldi e giovani backpapers...

Siamo venuti fin quassu’ anche perche’ il quartiere Bellavista ospita il celebre Museo a Cielo Abierto, creato tra il 1969 e il 1973 dagli studenti dell' Instituto de Arte della Universidad Catolica, anche se ufficialmente fu fondato nel 1992. Comprende 20 dipinti murali astratti (come li definisce la Lonely Planet) dei piu' famosi artisti cileni, alcuni dei quali di fama internazionale come Alberto Matta, Nemesio Antúnez and José Balmes.

Valparaiso si puo’ definire sicuramente come la citta’ dei murales. A parte il chiaro esempio del museo a cielo aperto, se ne trovano ovunque, per strada, sui marciapiedi, nei gradini delle scalinate..E al proposito vi consiglio una visita a questo sito:

http://www.ciudaddevalparaiso.cl/inicio/patrim_expres_arte_detalle.php?d=1&id_categoria=8&id_subcategoria=28

Credo pero'che non sia una caratteristica solo di Valpo. Ho letto da qualche parte che negli anni '70 i murales si sono diffusi in Cile come forma di comunicazione per spiegare alla popolazione, in gran parte analfabeta, i contenuti della lotta contro l'oppressione, soprattutto durante il governo di Slavador Allende. Con il colpo di stato militare del 1973 molti artisti scappati dalla dittatura continuarono la loro opera in esilio perche’ non venisse mai dimenticata la tragedia vissuta dal popolo cileno.

Non riusciamo subito a scorgere i disegni. Purtroppo le vie non sono molto illuminate quindi di sera si puo’ godere ben poco di questo affascinante quartiere e delle sue opere d'arte. Per chi non volesse girare a zonzo come abbiamo fatto noi per almeno un quarto d’ora, specifico che le strade interessate dal museo sono Pasaje Quimera, Pasteur, Rudolph e Ferrari.


Dopo il tuffo in questo mondo parallelo decidiamo di scendere a piedi lungo la ripidissima strada che porta verso il sabato sera e i locali notturni di Valparaiso. Essendo molto stanchi ma volendo pero' vedere ancora qualcosa di diverso, decidiamo di prendere una "scorciatoia" fai da te, una strada nuova.. e piantina alla mano ci avventuriamo in vie di cui ignoriamo forma, pericolosita' e soprattutto pendenza...a noi sembra che basti risalire un po' fino al Cementerio 2 (immaginate che bello, nei pressi di un cimitero, al buio, da soli, in collina, in un posto mai visto..), percorrere una via secondaria per poi ridiscendere verso il cerro Conception, prendendo la Avenida Montt dall’alto.

Saliamo per la via Ecuador fino ad una splendida vista sul golfo. Io, con gli occhi e le orecchie puntate dietro le mie spalle, pronta a scorgere qualsiasi rumorino o sguardo sospetto (di qualche fantasma del cimitero probabilmente, visto che non c'era anima viva..) riesco comunque a scattare qualche foto.. e direi anche con un risultato soddisfacente..



Arrivati al cimitero io tentenno un po' ma F. vuol proseguire, la cartina non mente.. Il luogo e' affascinante ma alquanto sinistro, non si scorge anima viva se non la luce dei fari di una macchina che scende veloce verso la baia. Giriamo intorno al lugubre cancello e ci inoltriamo in una strada deserta, buia e dissestata.. (Ho scoperto poi che si tengono periodicamente suggestive visite guidate nottune ai cimiteri di Valpo. Hanno una storia molto interessante e sono ricchi di opere d'arte.)

La cartina non mente, pero' non ci aveva detto che quella zona era territorio di un branco di cani affamati e poco affettuosi (ma come? qua a Valpo non stavano a dormire tutto il giorno??) che hanno incominciato a puntarci e a ringhiare sinistramente man mano che avanzavamo. Anche la mia dolce meta', che alla vista del primo cane non si era fatta intimidire, vedendo l'aumentare della truppa inferocita si e' convinta.. e, con qualche sasso in tasca per precauzione, abbiamo incominciato la ritirata..

Indi per cui.. le salite fatte fino al cimitero sono state inutili! Abbiamo dato inizio alle discese ardite e alle risalite... ritornando sui nostri passi e, dopo un meritato caffe', alla nostra solita strada che ci riportava a casa...

F. prima dell'ultimo sforzo mi ha chiesto se volevo festeggiare il nostro primo sabato sera cileno con una birretta in un disco pub a valle.. Io mi son fermata, ho guardato la strada in fronte a me, ho osservato i ragazzi seduti fuori dai locali da dove proveniva musica truzza a volume truzzo, ho riguardato il mio amore..

e il mio commento e' stato un laconico e disarmante..

Ronf!

il fascino coloniale e un po' retro' di Valparaiso

Ci alziamo che S. e' gia' partito.
Comodamente facciamo il punto della situazione e prepariamo i due zainetti piccoli per il nostro weekend a Valparaiso.

Dopo aver lasciato le chiavi di casa al portiere prendiamo la metro e scendiamo alla Estacion Central. L'aria qui e' un po' piu' caotica ma rimango sempre meravigliata dall'ordine e la pulizia di questa citta'. Abbiamo tutto il tempo a disposizione e, prima di dirigerci ai bus, curiosiamo tra i negozietti della stazione.

Facciamo una colazione a base di cappuccino cileno (un bicchierone di caffelatte ricoperto di panna montata) e di un dolce corposo a base di cannella e glassa, rivelatosi molto buono pur se non appettibile a prima vista. Sucessivamente ci concediamo qualcosa che assomiglia ad un caffe' e un succo naturale di cherimoya.
Ecco, la cosa che io trovo meravigliosa quando viaggio e' proprio la possibilita' di trovare succhi di frutta naturali fatti al momento. Solo in Italia questa pratica e' sconosciuta.. sara' perche' da noi oramai la frutta fa schifo.. o perche' la nostra educazione alimentare oramai si basa solo su birra e cocacola??

Arrivati alla stazione dei bus (dopo l'acquisto del dentifricio e la ricerca fallita di un allargador por enchufa), notiamo con piacere la notevole concorrenza delle diverse compagnie. Ci ispira la TurBus, anche perche' parte all'istante. Il venditore di biglietti, che poi e' anche l'autista, ci accompagna personalmente con un minivan alla reale fermata del pullman. Questo ci permette di vedere un quartiere povero e polveroso (pur se dignitoso) e una parte di Santiago completamente diversa dalla citta' che abbiamo visto fino ad ora.
Il viaggio è veloce e confortevole, il pullman è pulito, comodo e abbastanza fresco.

Arriviamo a Valparaiso con un caldo notevole. Gentilissime, le ragazze dell'ufficio turistico ci offrono una piantina della citta'. Decidiamo di non prendere un taxi e ci incamminiamo a piedi alla ricerca di un ostello. Lo vogliamo in una zona non troppo caotica e la scelta cade su tre o quattro alternative abbastanza vicine tra loro. Il fatto di essere arrivati il pomeriggio di un sabato non ci fa stare troppo tranquilli sulla possibilita' di trovare posto al primo colpo.

Mentre camminiamo lungo el Plan, la parte commerciale pianeggiante di Valpo, mi ritorna in mente quanto letto sulla Lonely riguardo al fatto che questa citta' o si ama o si odia. Il primo impatto infatti puo' non essere dei migliori. Caotica, piuttosto sporca, con un incredibile intrico di cavi elettrici, Valparaiso e' pervasa da un'atmosfera bohemien un po' retro' che le fa assumere un'aria leggermente trasandata. A me invece non dispiace. So di non essere entrata ancora nel mood giusto per capirla, pero' ha sicuramente una personalita' molto spiccata, con un fascino coloniale che la renderebbe perfetta per un set cinematografico.

La parte piu' caratteristica si trova sui cerros. In questi quartieri appollaiati sulle colline a ridosso del mare, dove si arrampicano stradine strette e ripidissime, sono concentrate centinaia e centinaia di vecchie case di legno, tutte ricoperte di lamiera coloratissima. Un trionfo di colori! I piu' noti sono il Cerro Alegre e il Cerro Conception. Ed e' proprio li' che ci stiamo dirigendo.

Il sole e' caldo, la fame tanta e siamo anche un po' stanchi. Oltre tutto questi cerros sono veramente tanto in salita e al primo ostello abbiamo gia' il fiatone. Quindi decidiamo che il primo ci piace tantissimo..

Del resto questa vietta privata e' deliziosa, il posto sembra tranquillo, la stanza e' grande ed accogliente. La casa, di un bel color turchese, e' tutta fatta in legno ed e' un'antica residenza del secolo scorso. Le assi scricchiolano un po' sotto i nostri piedi ma il tutto contribuisce a rendere l'atmosfera molto affascinante. Siamo alla Residencia en el Cerro, passaje Pierre Loti, 51 - Cerro Conception. Dieci mila pesos a persona, venti dollari, quindici euro.


Alcune notizie sulla citta' apprese dalla santaLonely: Valparaiso è la seconda città del Cile, dista circa 120 Km da Santiago ed e' tra i principali porti sudamericani; un tempo era uno dei porti chiave del Pacifico ma a seguito dell’apertura del canale di Panama la sua importanza e' venuta meno.
E' sede del parlamento cileno e dal 2003 il suo centro storico e' stato dichiarato Patrimonio dell'Umanita' dall'UNESCO.

Visto che oramai sono le cinque del pomeriggio decidiamo di non mangiare. Riposiamo un pochino e poi facciamo un giretto per tirare sera. Cerro Conception e' un carinissimo quartiere pieno di locali e ristorantini. Vicino al nostro ostello c'e' una chiesa protestante da dove escono parecchie persone tirate a festa, probabilmente e' in corso un battesimo. A un lato della strada dei lavori in corso nascondono la ripida salita che si inerpica sulla collina. E' un tratto troppo breve per costruire un' altra funicolare (che si andrebbe ad aggiungere a tutte le altre che hanno contribuito a creare il fascino di Valparaiso), ma di certo questi scorci mi ricordano Lisbona..


Proseguiamo la nostra passeggiata scendendo per una vietta fiancheggiata da casette gialle e lilla. Sbuchiamo poi su un suggestivo belvedere che continua in una passaeggiata panoramica. Questo e' il posto preferito dai tanti pittori che amano ritrarre la citta' durante le varie fasi del giorno e immagino che il tramonto sia uno spettacolo da non perdere! Come anticipato da santaLonely, Valparaiso e' il paese dei balocchi sia per gli appassionati di fotografia che per gli amanti del disegno, perche' ogni angolo regala uno scorcio unico e suggestivo che merita di essere immortalato.

Ci godiamo il panorama per qualche minuto e poi risaliamo per un altra via verso la nostra stanza.
Attraversiamo una parte del quartiere piu' residenziale, con villette curate in stile inglese. La maggiorparte sono bed&breakfast ma non mancano fortunati residenti. Passeggiando per la citta' una cosa ci colpisce: la grande quantita' di animali randagi, soprattutto cani, sdraiati per terra a dormire beatamente. Il fatto che siano ben pasciuti e con l'aria soddisfatta ci fa pensare che non se la debbano passare cosi' male...


Per cena scegliamo un posto in centro consigliato sempre da santaLonely. Anche se si trova nella zona centrale è stato un po' difficile trovarlo in quanto situato alla fine di un vicolo cieco (Av. Condell 1446), oltretutto il nome è un po' diverso da quanto segnalato sulla guida. Non si tratta di Casino Royal Cruz, bensi' di Casino Social J. Cruz.. ed e' una gran bella differenza... Questo posto strepitoso e' pieno di vecchi mobili, soprammobili e quadri. I muri sono ricoperti di scritte, messaggi, incisioni, graffiti, fotografie, cosi' come i tavoli e le tovaglie sono scritti e incisi da migliaia e migliaia di clienti che nel corso degli anni si sono avvicendati nel locale (anche noi ovviamente abbiamo lasciato il segno). A capo della baracca c'e' un fantastico omone con la barba bianca, che se lo vedessi vestito di rosso non potresti non pensare di trovarti in fronte a Babbo Natale... uno spettacolo d'uomo.. (e ovviamente il nonno era di Napoli...). Specialita' della casa e' la chorrillana, piatto tipico di Valpo "a base di carne di maiale, cipolle e uova, sepolte sotto una montagna di patatine fritte" (cit. Lonely). Molto buono. Se lo assaggiate tenete conto che in serata passera' il colesterolo a salutarvi sentitamente.

Io e F. cominciamo a realizzare dove siamo. Ora che ci penso è il nostro primo pasto a due.
Caso vuole che proprio mentre noi stiamo cenando entrino due anziani musicisti. Voce bassa, calda, malinconica e romantica canzone d'amore... come da copione..
l'atmosfera diventa talmente sognante che la mente si perde nei pensieri e si estranea dalla realta' schizzando nello spazio. Dopo aver girovagato un po', da lassu' mi inquadra con una zoomata tremenda.. e mi dice..
"Claudia, ma ti rendi conto di dove sei??"


venerdì 11 gennaio 2008

Bisogna sempre aver un programma di viaggio per poterlo stravolgere..


Il primo impatto con Santiago e' sconcertante. Pulita, muri immacolati e strade
ben tenute senza cartacce per terra. Sara' che siamo passati in macchina per le vie principali, sara' che casa di S. e' nel quartiere residenziale del Golf, ma qua non sembra assolutamente di essere in sudamerica.
E devo ammetterlo, la cosa mi dispiace un po'.
Decido di non lasciarmi influenzare dalla prima impressione e mi faccio consigliare il posto migliore dove cambiare i pochi euro che mi sono portata. Ancora un paio di tappe e giungiamo a casa... ho urgente necessita' di una doccia e di un letto.
S. ci lascia al suo appartamento e va fuori per una commissione.
Per non rendere troppo piatto e insipido l'inizio di questo viaggio, qualche spiritello dispettoso ha pensato bene di farmi uno scherzetto..ora ditemi voi come e' possibile che dentro ad un beauty a comparti separati, messo all'interno di uno zaino completamente impacchettato, si possa aprire la confezione di shampoo?
Risultato: beauty da svuotare, qualche maglietta da lavare ma, cosa piu' demoralizzante, zaino sguscioso che si e' riempito di bolle non appena sfiorato da una spugnetta umida.
E io ho sonno.
mi faccio forza e con gli stecchini alla palpebre incomincio a lavare la sacca.
F si avvicina.. vuoi dire di no ad una richiesta ehm... di coccole???
...
bruscamente interrotti dal ritorno di S. ci docciamo in fretta, mettiamo a stendere lo zaino sotto un sole cocente e ci prepariamo per uscire.
Prima tappa la casa di "don"Alfredo.
Alfredo e' un genovese che vive in Cile da trent'anni. Grande e grosso, travolgente nel suo entusiasmo, verra' presto soprannominato "don diciamo" per il suo vorticoso intercalare (appunto "diciamo") che infila ogni massimo tre parole del discorso.
Lo scopo princiapale della visita e' la connessione internet per l'acquisto dei biglietti aerei per Calama e Punta Arenas. Don diciamo ci ribalta tutti i piani. Ma quali aerei?? Domenica scendete con me a Cauquenes e vi presto la mia camioneta!! Vi indico i posti migliori da vedere e poi, alla fine del viaggio, me la riportate indietro. Tanto per ora non ne ho bisogno.

Che si fa, si rifiuta? Trecento euro e passa di volo risparmiati.. e si rifiuta??
Io non so perche'.. non riesco ad essere contenta, c'e' una sensazione strana che non riesco a tradurre in parole.. non so, forse non mi piace che qualcuno progetti il mio percorso, qualcosa mi frena.
L'offerta pero' e' troppo bella, vuol dire poter visitare posti lontani dai percorsi battuti, avere una totale indipendenza di movimento, non portarsi lo zaino in spalla.. e non posso dire di no.

Dopo aver stravolto i nostri piani la nostra simpatica coppia di amici ci porta in un bel ristorante della zona "bene" di Santiago. Veniamo accolti da un aperitivo di pisco sour, un cocktail leggero
fatto con tre parti di Pisco (liquore oggetto di annose dispute tra Cileni e Peruviani che entrambi rivendicano come distillato nazionale), una parte di limone (possibilmente limoni di Pica), zucchero e un poco d'albume d'uova.
Giusto per sottolineare il benvenuto S. e don diciamo ordinano una Parrillada, cioe' una tipica, squisita, ENORME grigliata di carne. A differenza delle nostre grigliate, qui si usa unire ai tagli nobili anche le frattaglie. Sulla fiducia ho asseggiato cose che inItalia finirebbero direttamente in spazzatura.. cioe' le tonsille e parte del grasso che c'e' intorno al cuore dell'animale. Non mi crederete ma giuro che sono deliziose!! (non informatevi pero' sull'apporto di colesterolo.....)
Il tutto ovviamente e' accompagnato da un ottimo vino tinto cileno scelto dai due intenditori (nonche' produttori) e dal racconto delle loro esperienze in questo Paese cosi' poco conosciuto in Europa.

Verso sera torniamo a casa di S.
Ci rilassiamo in veranda godendoci il nostro primo tramonto cileno. Sorseggiamo un bel bicchiere di acqua fresca (rigorosamente del rubinetto perche' qua a Santiago l'acqua e' buonissima) e fantastichiamo sul nuovo viaggio che ci attende.
Domani si va a Valparaiso.


..mi avevano detto che Iberia era messa male.. ma non immaginavo cosi' tanto..
La prima parte del viaggio, il collegamento Milano-Madid e' stata veramente uno strazio. Stipati come sardine in sedili scomodissimi non ci hanno neanche offerto un bicchiere d'acqua che non fosse a pagamento..
Sissignori.. come la rayanair.. peccato che invece si spacci per una compagnia seria...
e poi ci lamentiamo dell'Alitalia..


Ma andiamo con ordine. La cosa fondamentale in questo viaggio sara' osservare e l'impatto che i vari aereoplani avranno su F. che grande e grosso com'e' ha paura di volare..
Nel senso... ogni piccolo rumore non lo fa star tranquillo.. vorrebbe aver la cosa sotto controllo..... magari andare dal pilota e chiedere se puo' guidare lui.... (a proposito.. con l'abilita' che lo contraddistingue e' riuscito a far stare tutto il necessario, compreso imbraghi, scarpette e rinvii per arrampicare, dentro il suo zaino da 55 litri e al bagaglio a mano da 35.. l'arte del mosaico per lui non ha segreti!!!).

Anche senza la fobia del volo pero' questa tratta e' stata decisamente da bocciare (a parte l'atterraggio che tutto sommato e' stato buono). Scalo al nuovo aereoporto di Madrid, molto bello all'interno, chiaro, pulito, moderno (uguale a Malpensa.......) con tante postazioni wifi (a pagamento) e, dio li ringrazi, con piccoli gabbiotti per fumatori... questa cosa mi ha salvato dal viaggiare a fianco di un compagno terrorizzato in crisi di astinenza.. (la pillolina rilassante gentilmente procurata dalla sora devo dire che e' stata altrettanto provvidenziale).
A mezzanotte ci imbarchiamo sul nostro volo Lan e inizia l'avventura.
L'aereo e' decisamente comodo, unica pecca la mancanza di schermi personali.. ci sono pochi monitor comuni e la programmazione non e'un gran che. Speriamo di dormire..
Appena saliti abbiamo guardato tutti con occhi sgranati l'aperitivo gentilmente offerto in prima classe a base di gamberetti e champagne. A noi sono arrivati dei dolcetti che devo ammettere che non erano malaccio, anche se non facevano la stessa porca figura.

La notte e' passata abbastanza tranquilla, purtroppo ne' io ne' F siamo riusciti a dormire. Questo pero' ci ha permesso di vedere una stellata meravigliosa, limpida e potente come mai mi era capitato di vedere in aereo.. mai viste tante stelle insieme, sembrava un volo nello spazio!!
L'alba ha poi illuminato piano piano la giornata e ci ha permesso di ammirare un paesaggio spettacolare. Finito l'oceano si e' affacciata sotto i nostri occhi la magnificenza del continente sudamericano. Prima con il Rio delle Amazzoni e poi con lo spettacolo delle Ande. Alte come sono sembrava di poterle toccare. Aspre e brulle nascondono sorprese che mai ti aspetteresti, come questo laghetto in quota. Vale la pena di arrivare fin qua gia' solo per questa visione!!

Il tempo scivola via veloce e alle nove e mezza locali atterriamo a Santiago.
Solite formalita' alla dogana, consegna del documento di entrata turistica e il nostro viaggio ha inizio. Ad attenderci fuori dall'aereoporto c'e' S., amico di F.. Chissa' perche' me lo immaginavo diverso...
Confusi dalle informazioni un po'discordanti riguardanti il clima, siamo curiosi di sapere qual e' l'effettiva temperatura in loco. E' mattina presto e siamo a 600 metri sul livello del mare. Al sole fa caldo ma all'ombra ci vuole la manica lunga. E poi tira un vento molto forte. Comunque e' estate vera.. e questo mi distende.